– Badate, comandante! Correrete il pericolo di farvi catturare!
– Tu sai chi è il Corsaro Nero?
– Lampi e folgori! E’ il filibustiere più audace della Tortue
– Và dunque, aspettami sul ponte e fa preparare una scialuppa.
– Signor capitano, abbiamo il nostro canotto, una vera barca da corsa.
I corsari vanno, vengono, qualche volta si fermano. Percorrono “la cattiva strada”, ostinatamente in direzione contraria, scaltri e un po’ disobbedienti. Tenaci e talvolta provocatori, schivano le ambizioni più avare stando in quella zona franca in cui il potere non arriva.
Anche i Vini Corsari hanno “lineamenti energici e angolosi, resi più arditi dalle barbe folte, irte, che non hanno mai conosciuto pettini e spazzole”. Hanno in sè un rigore, una coraggiosa fedeltà a ciò che natura li ha resi: mantengono la parola data, rifiutano le maschere di cui tutto oggi è vestito, si distaccano dalle logiche del “produci, consuma, crepa”.
Sono increduli di fronte alle lodi, e non scendono a patti con chi non è disposto a stabilir con loro una dialettica, a percorrer quella “cattiva strada”, anche se solo per un tratto.
Ci insegnano la contemplazione, ci fanno riscoprire l’indugio della comprensione, ci mettono seduti di fronte ad un ascolto scomodo, nuovo ritmo.